Giulio Regeni

Data di nascita: 15 gennaio 1988

Luogo di nascita: Trieste

Ex residenza: Fiumicello (Udine)

Studi e carriera: Armand Hammer United Word College of the American West (Nuovo Messico - Stati Uniti d'America), nel Regno Unito a Leeds e a Cambridge, e poi a Vienna. Dopo aver lavorato al Cairo per l'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale stava conseguendo un dottorato di ricerca presso il Girton College dell'Università di Cambridge, e si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani presso l'Università Americana del Cairo. In alcuni articoli, scritti anche con lo pseudonimo di Antonio Drius e pubblicati dall'agenzia di stampa Nena e, postumi, da Il Manifesto, ha descritto la difficile situazione sindacale dopo la rivoluzione egiziana del 2011.

Data ritrovamento del corpo: 3 febbraio 2016

Luogo del ritrovamento del corpo: Un fosso lungo la strada del deserto Cairo-Alessandria, alla periferia del Cairo

Stato della salma: Il corpo recuperato mostrava segni evidentissimi di tortura: contusioni e abrasioni in tutto il corpo, come quelle tipicamente causate da un grave pestaggio, lividi estesi compatibili con lesioni da calci, pugni e aggressione con un bastone. Si contarono più di due dozzine di fratture ossee, tra cui sette costole rotte, tutte le dita di mani e piedi, così come entrambe le gambe, le braccia e le scapole, oltre a cinque denti rotti; si riscontrarono coltellate multiple sul corpo, comprese le piante dei piedi, probabilmente inferte con un rompighiaccio o uno strumento simile a un punteruolo. Vi erano inoltre numerosi tagli, su tutto il corpo, causati da uno strumento tagliente simile a un rasoio. Si sono altresì riscontrate estese bruciature di sigarette su tutto il corpo, nonché una bruciatura più grande tra le scapole e incisioni somiglianti a vere e proprie lettere; l'esame autoptico ha rivelato un'emorragia cerebrale e una vertebra cervicale fratturata.

Presunta causa della morte: Un violento colpo al collo che ha causato un'emorragia cerebrale e ha provocato la frattura di una vertebra cervicale

Bibliografia:https://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Giulio_Regeni 

https://www.osservatoriodiritti.it/2021/01/25/giulio-regeni-storia-chi-era-corpo-morte-torture/ 


COS'È SUCCESSO A GIULIO REGENI?

Nel settembre 2015 Giulio Regeni si reca al Cairo in Egitto per condurre una ricerca sui sindacati indipendenti dei venditori ambulanti, tema politico molto delicato per il paese. Nello stesso periodo del 2015 Giulio Regeni ottiene un finanziamento di diecimila sterline da una fondazione privata inglese per progetti di sviluppo e che lui può utilizzare anche per sostegno agli studi che stava compiendo. 

Ad ottobre del 2015 Giulio inizia a parlare delle sue ricerche con uno dei leader del sindacato indipendente dei venditori ambulanti, Mohamed Abdallah. Quest'ultimo, come affermato da lui stesso, denunciò al servizio segreto egiziano le attività di Regeni "per proteggere il paese".  Mohamed Abdallah afferma di aver denunciato Giulio solo nel gennaio 2016 mentre la Procura di Roma sostiene che la denuncia sia stata presentata già nell'ottobre 2015 e che le indagini dei Servizi Segreti egiziani su Regeni siano iniziate molto prima della sua scomparsa, diversamente da quello che nel 2017 hanno ammesso le autorità egiziane.  

Giulio Regeni il 25 gennaio 2016  alle 19.41 mandò l'ultimo messaggio alla sua fidanzata per dirle che usciva: infatti Giulio era diretto ad una festa di compleanno di un amico vicino a piazza Tahrir, la più importante del Cairo; da quel momento non si ebbero più sue notizie fino al ritrovamento del corpo. Quel giorno c’era molta polizia nella piazza, perché ricorreva l’anniversario della rivolta contro il governo di Mubarak: il 25 gennaio 2011 proprio a piazza Tahrir era iniziata la Primavera araba in Egitto.

Fin da subito apprendiamo che le autorità egiziane hanno cercato di depistare le indagini in quanto hanno fornito notizie poco credibili e subito ritrattate di fronte a schiaccianti evidenze.  Per esempio, in un primo momento le autorità egiziane affermarono che Giulio Regeni morì in seguito ad un incidente stradale; questa ipotesi venne però subito smentita dall'autopsia. Oppure il 24 marzo il ministro dell'Interno egiziano, dichiarò che il caso era stato risolto e che i colpevoli erano quattro membri di una banda criminale; questi non riuscirono mai a fornire una loro versione poiché vennero uccisi in uno scontro a fuoco con la polizia. Questa ricostruzione resse per poco perché si venne a sapere che al momento della scomparsa di Giulio Regeni il capo di questa banda si trovava a 100 km dal luogo del suo sequestro.

Bibliografia: https://www.ilpost.it/2021/01/25/giulio-regeni-5-anni-scomparsa-anniversario/


A QUALI RISULTATI È ARRIVATA LA PROCURA DI ROMA?

Il 10 dicembre 2020 sono state chiuse le indagini della procura di Roma sulla morte di Giulio Regeni. A rischiare il processo sono quattro 007 egiziani: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per il reato di sequestro di persona pluriaggravato, e nei confronti di quest'ultimo si ipotizzano anche il concorso in lesioni personali aggravate e omicidio (non di tortura, perché tale reato è stato introdotto solo nel luglio 2017). E’ stata chiesta l'archiviazione invece per Mahmoud Najem poiché non sono stati raccolti elementi sufficienti per sostenere l'accusa in giudizio.

Il Procuratore generale egiziano, Al Sawi, ha invece annunciato che per il momento non c'è alcuna ragione per intraprendere procedure penali circa l'uccisione, il sequestro e la tortura della vittima Giulio Regeni, in quanto il responsabile resta sconosciuto: lo ribadisce in un comunicato la Procura generale egiziana.

La magistratura italiana il 10 dicembre scorso aveva dunque chiuso le indagini contro le quattro persone appartenenti ai servizi egiziani, passo che precede l'apertura di un processo. Ma la nota diffusa da Il Cairo torna a sottolineare che il Procuratore ha incaricato le parti cui è affidata l'inchiesta di proseguire le ricerche per identificare i responsabili. Hamada Al Sawi esclude ciò che è stato attribuito ai quattro ufficiali della Sicurezza nazionale a proposito di questo caso.

Inoltre l’istituzione de Il Cairo ha evitato di fornire l'elezione di domicilio degli indagati come richiesto invece dalla Procura di Roma. Tale passaggio è indispensabile nel quadro delle procedure garantiste previste dalla legge italiana. Consente di comunicare agli indagati l’avvio di una procedura giudiziaria a loro carico. Consente quindi a loro di difendersi.

Nel sostenere che un processo in Italia sarebbe immotivato, la Procura generale egiziana nel suo comunicato accredita la tesi che imprecisate parti ostili a Egitto e Italia vogliano sfruttare il caso di Giulio Regeni per nuocere alle relazioni tra i due paesi. Ciò sarebbe provato, così si sostiene nel testo, ad esempio dalla scelta sia del giorno del sequestro sia di quello del ritrovamento del cadavere, avvenuto proprio durante una missione economica italiana al Cairo.

"Consideriamo inaccettabile la dichiarazione della procura egiziana con cui respinge ufficialmente le conclusioni delle indagini della procura di Roma", ha detto il portavoce di Amnesty International in Italia, Riccardo Noury "E dovrebbe ritenerla inaccettabile anche il governo italiano dal quale auspichiamo una presa di posizione".

Ancora una volta l'Egitto dimostra di non voler collaborare per fare luce sulla morte di Giulio Regeni. Le motivazioni per cui la Procura egiziana non è intenzionata ad aprire un processo sull’omicidio del nostro ricercatore sono vergognose. Mentire sapendo di mentire. Per questo la Camera dei Deputati italiana ha sospeso le relazioni diplomatiche con il Parlamento egiziano. A tutto c'è un limite.

Settembre 2023: i giudici della Corte Costituzionale hanno stabilito che il processo vero e proprio può cominciare anche in assenza degli imputati. Un’eccezione alla legge italiana, per cui i processi non possono partire senza la notifica degli atti agli imputati, divenuta necessaria a causa della mancata collaborazione dello stato di appartenenza (l’Egitto di Al Sisi) dei quattro agenti. La Corte ha stabilito che, nei casi di tortura avvenuti in paesi stranieri, i processi si possano tenere anche in assenza degli imputati quando manca la collaborazione dello stato estero.

Il 4 dicembre 2023 la procura di Roma ha chiesto il rinvio al giudizio per i quattro agenti dei servizi egiziani accusati dell’omicidio. Un passo avanti nel procedimento, avvenuto grazie all’intervento della Corte Costituzionale.

20 febbraio 2024: prima udienza del processo ai quattro agenti dei servizi segreti dell’Egitto, accusati di aver rapito, torturato e ucciso il ricercatore friulano. Sono Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abedal Sharif. Sono accusati di lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato. La prima udienza del processo è stata dedicata esclusivamente ad eccezioni preliminari da parte dei difensori dei quattro 007 egiziani. Eccezioni su cui la procura di Roma ha replicato sostenendo che già altri giudici si sono espressi in passato respingendole e quindi chiedendone il rigetto. Il giudice si è quindi riservato di decidere nella prossima udienza fissata al 18 marzo.

«Otto anni fa su Giulio iniziava a compiersi 'tutto il male del mondo', da otto anni Giulio fa cose insieme a noi. Ora è finalmente tempo che tutti i nodi vengano al pettine», ha scritto su Facebook la pagina "Giulio siamo noi", proprio in riferimento all'imminente processo davanti alla Corte d'Assise di Roma. 

 

Bibliografia: https://www.repubblica.it/politica/2020/11/30/news/caso_regeni_la_procura_di_roma_pronti_a_chiudere_indagini_su_5_appartenenti_ai_servizi_segreti_egiziani

https://www.blogo.it/post/caso-regeni-la-procura-di-roma-chiude-le-indagini-legitto-continua-a-non-collaborare 

https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2020/10/29/news/caso-regeni-la-procura-di-roma-pronta-a-chiudere-le-indagini 

Redattori:

Sara Vanzella 2L

Eva Hroncich 1C

Rachele Marchetto 2H

Francesca De Faveri 4A


  • Il 14 ottobre 2021 avrà inizio il processo contro gli imputati per il sequestro, la tortura e la morte di Giulio Regeni. Per attirare l’attenzione su questa importante tappa per la ricerca di verità per Giulio, il Gruppo Diritti Umani del liceo intende promuovere una serie di iniziative che si svolgeranno nei giorni precedenti la prima udienza.